A portata di mano

La soluzione era lì, a portata di mano, ma lei non sapeva decidersi.
Nel piccolo bagaglio a mano di lady Handle dormiva il suo sonno diamantino la collana da 50.000 sterline.
L’elegante valigetta di cuoio rosso hand made conteneva un tesoro dal quale l’anziana nobildonna non si separava mai.
Non che volesse più indossarlo, oh, no! Ma quel gioiello le ricordava come lei aveva tenuto in pugno il marito, Erling visconte di Handle, con le sue grazie.
Adesso che lui era morto da tempo, a mano a mano che le sue bellezze si stavano disfacendo in una tremolante senilità da pudding, voleva sempre accanto a sé quella testimonianza del suo antico potere, la prova di come il suo fascino aveva forzato la mano anche alla taccagneria di Sua Grazia. L’aveva voluta vicina anche quella volta, durante il breve viaggio verso il Kent.
L’urto era stato tremendo: il grosso articolato aveva agganciato l’ auto delle due donne che viaggiava con quieto sussiego tenendo rigorosamente la mano sinistra e l’aveva sbatacchiata, come avrebbe fatto la mano di un gigante.
La vecchia signora era già morta, Meg ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Di sicuro anche l’autista era andato.
L’attempata dama di compagnia distolse lo sguardo dalla figura dell’ uomo incastrata in una posizione assurda tra le lamiere e ricondusse la sua attenzione sulla valigetta di cuoio che era rotolata nello spazio tra i sedili.
Un colpo di mano di una facilità commovente.
Più di una volta milady si era rammaricata della mancanza di parenti ed eredi, osservando subito dopo che almeno così non c’era nessuno che avrebbe rubato a man salva.
Nessuno si sarebbe fatto avanti a reclamare il gioiello. Bastava far scattare la serratura e cacciarsi la collana in tasca.
Dopo, soltanto dopo, suo nipote Jerry le avrebbe dato una mano a venderla a chi sapeva lui.
Era abbastanza delinquente da avere le mani in pasta con le persone giuste per questo genere di affari. Beh, certo, le avrebbe tenuto mano solo dietro una congrua percentuale, ma anche così se ne poteva ricavare abbastanza da dormire sonno tranquilli per il resto dei suoi giorni.
Ma non si decideva a prendere in mano la situazione.
Era sempre stata così: indecisa.
Anche la scelta di una matassina di filo da ricamo per gli interminabili petit point di milady la paralizzava. Non sapeva mai decidere quale fosse la giusta tonalità di azzurro per i miosotis o di giallo per le giunchiglie.
Anche la sua unica storia d’amore era finita in un ristagno di indecisione.
La faccia bovina di Harry attraversò per un attimo la sua mente e Meg si abbandonò prostrata sul sedile, senza però perdere di vista la valigetta di cuoio rosso.
Mentre il sangue scorreva via dalla sua arteria femorale recisa, trascinando con sé la sua insignificante vita, rimase con le mani in mano, stretta nella gabbia della sua indecisione e ascoltando l’ululato delle sirene che si avvicinava.
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