Il tram è il 13, l’orario le 18,05 del 21.10.13: casomai qualcuno pensasse di giocarsi i numeri al lotto come il protagonista di questa storia.
Lui è quel signore brizzolato in fondo al tram che sta cercando di fendere il muro di cappotti e telefonini strillanti. Vuole raggiungere la parte opposta per obliterare il biglietto nell’unica macchinetta disponibile.
Ogni tanto succede.
Gli consigliano di lasciar perdere: con una ressa simile nessun bigliettaio salirà mai a controllare. L’uomo insiste.
L’impossibilità di compiere il proprio dovere lo agita fino a farlo sudare.
La sua vicina di gomiti intuisce il problema e, anziché consultare il manuale del perfetto menefreghista, offre una soluzione.
Gli dice: dia il biglietto a me, che lo passerò a quelli davanti, che a loro volta lo passeranno a quelli davanti, fino alla macchinetta.
Non può garantirgli che tornerà indietro, ma perché non provare?
Ogni tanto succede.
L’uomo si fida della sconosciuta, e persino questo ogni tanto succede.
Lei spiega il suo piano alla ragazza che ha di fronte.
Il biglietto decolla, vola di mano in mano sulle teste di tutti e, dopo un viaggio irto di deviazioni e di pericoli, ritorna nelle mani del titolare: obliterato.
Lui guarda i numeri stampigliati sul biglietto con occhi affettuosi, dice che li giocherà al lotto.
Sul tram, per un momento, tutti si sentono inspiegabilmente felici.
Ogni tanto succede.
Chi vi ha raccontato la storia è tentato di appiccicarvi una morale che rovinerebbe l’effetto, ma per fortuna rinsavisce proprio all’ultima riga.
Ogni tanto succede.
Grazie a Massimo Gramellini che mi ha concesso di pubblicare su EBC il suo articolo apparso sulla Stampa.it del 23/10/13