AMORE NUCLEARE
di Luca Massaro
Permettimi di appoggiarmi al tuo fianco
ogni qual volta sarò bianco
color della stanchezza.
E il calor tuo m'infonda tenerezza
come una centrale nucleare.
Finché non saremo scoria
l'uno dell'altro scriveremo la nostra storia
particolare.
Stanotte ho visto in sogno
un libro scritto a mezzo
tu le pagine pari
io le pagine dispari:
poi sei sparita e mi vergogno.
A ripensarci provo ribrezzo
del patimento senza prezzo
di cui mi hai fatto dono.
Non ho chiesto nessun perdono:
ho solo sperato
di non lasciare mai nessuno
come te mi hai lasciato.
Perché è meglio trovarsi
tra i perseguitati
che tra i persecutori
anche se questi saranno
i vincitori.
Io voglio perdere
perché la vita la si capisce meglio
si va più vicini al fuoco della Cosa
che brucia Foreste Nere
esseri immaginari e il Niente.
Un giorno di x anni fa è esplosa
l'energia: e tutto è nato
come da un grande parto universale.
L'ostetrica è stata cordiale:
mi ha tutto ripulito, messo una cravatta
e una penna in mano e una giacca
e mi ha detto: «va' indietro non si torna,
se non alla fine, alla morte del sole».
Con la termodinamica non si scherza:
si lotta e basta sia pure come si respira
e digerisce: inconsapevolmente.
La vita è tutto l'insieme di forze
che resistono alla morte.
Bichat non mente.
Apro le porte
le spalanco
ora posso essere stanco
e appoggiarmi al tuo fianco
fintanto che
tu ne avrai voglia. Io starò qui
aspettando il sonno delle rondini:
un pipistrello qui sotto casa passa
striscia foglie di ciliegi e meli
eseguendo con grazia gli ordini
del fato. Sto in silenzio
per rispetto e per disperazione
e perché non voglio disturbare
con fiato perso
la meravigliosa ecolocazione.