Il resto

 

Ho il resto in mano e ripongo, una alla volta, le banconote nel portafoglio.
 
Metto i biglietti di taglio più grosso in fondo e, avanti a questi, quelli di taglio sempre più piccolo; a parità di taglio, tengo sotto quelli migliori e, sopra, quelli meno buoni.
 
A questo punto vi leggo nel pensiero: “.. e chi se ne frega!” Avete ragione, però ho sentito da esperti di psicologia, in una trasmissione radiofonica, che questo, è un comportamento di chi sente molto il senso di giustizia.
 
Porca miseria se è vero! Ho una voglia di giustizia che mi scoppia, ho più voglia di quella che di mangiare.
 
Nella nostra società è un tesoro che viene dispensato raramente e a piccole dosi ed io ne ho una sete tremenda. Sarei disposto a guadagnare meno, molto meno, se in cambio diminuissero i delinquenti, i prepotenti; se le strutture interessate rispondessero in maniera adeguata, alle necessità delle società, se diminuissero la corruzione, la falsità e i raggiri.
 
Non vorrei una bontà caritatevole o compassionevole, ma il riconoscimento non imposto, della dignità umana e del rispetto reciproco, senza rancori o timori.
 
Bello sarebbe, se la grande maggioranza dei portafogli a spasso in giacche e pantaloni, avessero i soldi in fila.
 

 

 

 

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