Licche e Locche

 

Tratto da “Novelle Tosco Brozzesi”
Raccolte da Gabriella Di Tante
Trascritte da Giuliano Dei
 
Francesca era una bambina piccola piccola che ancora non sapeva parlare bene; era tanto ghiotta di gnocchi, che lei chiamava licche e locche.
Un giorno la sua mamma gliene preparò un bel piatto e le disse:
- Tieni, amor mio, mangia i tuoi licche e locche – e si rimise a sfaccendare in cucina.
Francesca impugnò la forchetta, ma prima di infilzare uno gnocco, domandò alla mamma:
- Mamma, i licche e locche ce l’hanno gli occhini?
- No! ‘Un fare la stucca … mangia.
- Mamma, i licche e locche ce l’hanno gli orecchini?
- Noo! ‘Un far la focosa, mangia.
- Mamma, i licche e locche ce hanno il nasino?
- Basta. Non fare l’esosa, mangia, t’ho detto.
- Mamma, i licche e locche ce l’hanno la bocchina?
- Ma tu sei proprio gengia, bambina mia, mangia.
- Mamma, i licche e locche ce l’hanno la codina?
A quel punto la mamma guardò nel piatto e, cosa vide? Vide un topino e si rese conto che la sua bambina aveva ragione, abbracciandola forte forte disse:
- Poera bambina mia, dicevi bene. ‘Unnè vero che le mamme hanno sempre ragione.
 
Stretta la foglia, larga la via,
dite la vostra che ho detto la mia.

 

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