Il Giudice

                                                

Mi aspettava a Venezia.

Ed ora sfrontato e beffardo
della casa spalanca le porte serrate.
Sincerità, preda sfuggente,
si acquatta nel buio trattenendo il respiro.

Fruga dovunque 
solleva la polvere
squarcia le tende 
illumina il buio
non ho via di scampo.

Inchiodata alla sedia
non riesco a fuggire.
Hai vinto mi arrendo
mi puoi giudicare.

Gli porgo tremante il tema non svolto.
Sprezzante lui sfoglia le pagine bianche
con gesto violento le getta per terra.

Quel volto coperto incute terrore.
Parlano gli occhi frasi taglienti.
Sono bocciata. 
Non ho passato l’esame.

                                            

 

 

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