Lettera inedita n. 3

Pubblichiamo alcune lettere - scambi più o meno affettuosi tra celebri coppie- che a causa del noto disservizio postale non sono mai arrivate a destinazione, vagando qua e là per il mondo, per anni, secoli e per tale motivo, pur riguardando personaggi noti, non hanno contribuito a documentare le loro storie. Per la legge sulla privacy e per un logico dubbio sulla loro autenticità non possiamo citarne la fonte. Abbiamo dovuto raccorciare, tagliare qualche firma, ma dal tono, dallo stile e dagli argomenti se ne potrebbero dedurre gli attori. Praticamente, sono degli inediti -talvolta dissacranti- che rivelano facce nascoste, retroscena inimmaginabili ed intimità insospettate, aspetti ignoti al grande pubblico.
. Se questo dovesse intaccare la vostra radicata considerazione su alcuni personaggi non prendetevela con noi. È colpa delle poste!!! 

Lettera registrata al rep. N. 47/a, ritrovata nell'imbottitura di una sedia di fattura artigiana della seconda metà del seicento, venuta in possesso di un antiquario di Agrate Brianza che, dopo averla posta in vendita per oltre trent'anni e non riuscendovi, aveva deciso di farne legna per il caminetto. Anche il tentativo di rivendere il reperto fortuitamente rinvenuto al miglior offerente, trattandosi certamente di lettera autografa attribuibile a un misconosciuto operaio tessile del lecchese e riconducibile ad una storia raccontata e divenuta famosa,non ha sortito gli esiti sperati, non ritenendo, molti esperti, potersi accreditare ai noti personaggi che, per puro caso, sembrano corrispondere agli eroi del citato romanzo.

Cara Lucia, ti dico cara perché tutte le lettere si cominciano così, mi dispiace doverti annunciare che sono arrivato ad una decisione irrevocabile. Io non ce la faccio più. Tu lo sai che le mie idee erano già cambiate all'epoca delle nostre vicende, ma l'intromissione continua e asfissiante di quel dannato mi ha impedito di agire secondo la mia volontà, sennò ci usciva una figura di merda mai vista. Tra i due mali avevo preferito il minore, così mi sembrava. Ma dico: è possibile che tutti i nostri fatti siano dovuti essere spiattellati a chiunque e con tutti i più minuti dettagli! Insomma di una storia da niente quello ha tirato fuori una tragedia! È vero che ci ha pur dato qualcosina- una miseria di sedia a dondolo- ma è un niente rispetto a quello che lui ne ha ricavato…e alle mie spalle! A me mi ha citato all'anagrafe, nome, cognome, indirizzo,etc, a te …niente, solo Lucia. A tua madre meno che mai,poi! Agnese? Seh! Ma vedi un po' di chi ha messo il cognome quello! Solo il mio e qualcuno che ci appare bene. Eppoi , almeno avesse detto la verità! Eh,no! A te ti ha fatto comparire come una santarella, la verginella ingenua di tutte le storie morbose e a me come un pollastro, un contadinotto ignorante…che invece non sono. Tua madre poi…era la furba della storia. Non ti offendere Lucia, io sono una persona educata, ma quando ci vuole ci vuole, e quando soprattutto si arriva alla mia esasperazione, la verità deve essere sputata fuori. Tua madre era peggio di te, e tu lo sai; e sai pure che se la faceva con quello lì (dopo che se l'era spupazzata tutto il paese), ed era lei la sua agenzia di informazioni. Seh, io lavoravo, sudavo e tua madre si faceva i passi e ripassi col vecchio, mentre tu…ah se ci penso! Sai, questa storia doveva finire così: quando ti ho beccato già la prima volta mentre uscivi dal palazzo di don Rodrigo, che non era affatto un bel giovine, ma un vecchiaccio puzzolente, io dovevo mollarti un paio di legnate e mandarti al diavolo e la storia finiva lì. Invece, un po' la crisi economica, un po' la mia ingenuità, mi ha fatto tirare il gioco avanti e dare modo al signor romanziere di fare quello che ha fatto! Ma se io ho taciuto l'ho fatto perché sono un signore, altro che sempliciotto! Che ti credi che ci vuole una laurea per capire che non ci vogliono tre o quattro ore per consegnare i panni lavati al vecchio castellano, ogni settimana. Eh già, tu andavi a portarglieli alle tre del pomeriggio e te ne tornavi alle otto, tutta allegra e sorridente; ed io là ad aspettarti. E se ti chiedevo il perché del tanto tempo impiegato, mi dicevi che ti eri messa a chiacchierare con le altre serve…ed io ci volevo credere! Eppoi, una volta una collana, un'altra volta gli orecchini, un'altra ancora un corpetto…eh, mamma mia! Ma che ti credi che non è sempre andata così? E che io non lo so come va ? E quando venivo a casa tua e tu non c'eri tua madre stava con quell'altro: lei diceva che gli stava raccontando fatterelli da scrivere, ma una volta l'ho trovata nel fienile con le gambe all'aria e quell'altro sopra di lei. Sai che mi ha detto' "Oh Renzo, son caduta e il signor Sandro mi stava prendendo da terra". Si prendendo, ma non da terra, da dietro! E poi tutte quelle palle sulla peste! È vero che il Don si era ammalato, ma tu lo sai di che e non era peste, ma quella malattia che si piglia nei bordelli! E perfino il prete, che pauroso lo era davvero, non voleva altro che sposarci, su ordine del Don, che si voleva tenere l'amante tranquilla. E lui invece ha messo la storia tutto al contrario. Oh quante fesserie ho dovuto sopportare e quante altre ne ha tirate fuori per sua utilità quell'altro. Il risultato è che tu continui a fare la verginella perché così ti hanno stampato ed incorniciato e invece sei una grandissima …..come tua madre insomma! Ed io sono il becco del paese…anzi lo voglio dire chiaramente: "il cornuto". Ma ora basta. Non ce la faccio più! Non ti voglio più vedere, né a te, né a quella…..di tua madre. Anzi sai che ti dico, a me non mi vedi più e parli solo col mio avvocato e dì a quella …di tua madre che gli vada a raccontare anche questo al signor Sandro, così magari ne tira fuori anche la seconda parte del romanzo, ma lo dovrà chiamare: " i promessi divorziati". E poi voglio vedere in quale scuola di ogni ordine e grado ci sbatteranno, se ne hanno il coraggio, tutti 'sti stronzi che hanno versato ettolitri di inchiostro su una storia che di vero non ha proprio niente e dove la sola verità non è stata mai detta! E pensare che bastava cominciare così:" Su un certo ramo del lago di Como, da qualche parte e neanche tanto infrattate, c'erano due grandissime zoccole….
Addio, il "tuo" Renzo, prima "promesso", poi "compromesso", e finalmente "divorziato"!

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