Quattro piccoli attori

                                       
 
Io sono un luogo familiare
dove poter passeggiare
senza perdere il sentiero,
ora che ho fatto la mia conoscenza.
 
Il tempo scorre
(anche in assenza di avvenimenti).
I segni sul mio corpo che invecchia
me ne danno notizia.
 
Fucsia per l’infanzia turbata,
Fucsia per il gelo mortale
all’inizio del cammino.
(scarafaggi si dissetano alla parete umida)
 
Arancio di fiamma lambisce le mie spalle fragili,
il cuore esce dal cappotto mentre corre lungo la discesa.
Paura dietro gli angoli della mia adolescenza.
(un impermeabile si apre nel buio di un portone)
 
Grigio argilla che ribolle dalle viscere della terra
il colore della mia giovinezza.
I verdi, i gialli, i blu, i rossi
colorano il mio progetto armonico.
 
(Sono qui per questo)
 
Ci ho creduto a lungo.
Coloro di celeste il tempo del fallimento.
Freddezza, distacco, solitudine
dai cocci rotti dei miei ideali.
 
Dov’è la melodia? Dove l’armonia?
Dissonanza stridente, limone spremuto.
Carezzo polistirolo e digrigno i denti.
Ho perduto per sempre il rosa antico.
 
Rosso acceso per le lacrime e il sudore.
Le unghie si spezzano
sulle pareti ruvide del pozzo,
ma in alto brilla un pixel di luce.
 
(mi sto preparando a nascere)
 
Lentamente il paesaggio intorno a me
perde la sfocatura.
Una nitidezza mai conosciuta prima
illumina e ravviva i suoi colori.
 
Sul palcoscenico i soliti attori
stanno recitando una storia nuova.
La storia vera, rimasta celata troppo a lungo
nella nebbia della mia cecità.
 
Ora sono regista, attrice e spettatrice
di quest’opera d’autore sconosciuto.
Conosco a memoria il copione,
ma il finale è a sorpresa.
 
Siamo all’ultimo atto dove i sogni
sono le piccole azioni quotidiane.
Gli ideali illustrano la scenografia di fondo.
Senza non può esserci spettacolo.
 
Color nocciola è questo tempo,
morbido, vellutato, inadatto ai fuochi artificiali,
ma che mi scalda l’anima e rende dolce la tristezza.
Punti di luce abbagliante i miei quattro piccoli attori.

 

 

 

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