Attraverso il filtro di un telone bagnato
catturo la solitudine
che aspetta al di là della tenda.

Sento montare un calore
che sale a infuocarmi le guance:
mi sto innamorando delle emozioni.

Autunno dorato
Passeggiamo nei campi
cerchiamo soggetti.

Un tralcio di vite dentro il mirino
Foglie mature spoglie di frutti
il sole vi accende vi sazia il colore

Immergo la testa nei rami contorti
shampoo di fosforo m’arruffa i capelli.

La strada si arrampica sul monte, talvolta temi che la macchina non ce la farà a salire, nemmeno innestando la prima.

Voglio sedermi qui.

Qui mi siederò
nel calore della penombra

Qui mi siederò.

Qui placherò
l’affanno del cuore in tumulto
qui arginerò 
la piena che trabocca dalle vene.

Qui mi siederò.
Sul cuscino di velluto rosso

e dalla finestra aperta
l’aria entrerà a rinfrescarmi la fronte.

16 ottobre 2012

Faticoso è stato il viaggio,

affollato lo scompartimento.

Ma nessuno è sceso dal treno

per cambiare percorso.

Mi aspettava a Venezia.

Ed ora sfrontato e beffardo
della casa spalanca le porte serrate.
Sincerità, preda sfuggente,
si acquatta nel buio trattenendo il respiro.

Fruga dovunque 
solleva la polvere
squarcia le tende 
illumina il buio
non ho via di scampo.

Gomitolo di membra

cerco silenzio

nel buio della tana.

Tornerà primavera? 

Il vento spietato

disegna nel cielo

coreografie disperate

nel volo di storni impazziti